Recensione: Capitan America 48

Il morale del Capitano
di Flavio Grazioso

CAPITAN AMERICA 48
Autori: Rick Remender, Kelly sue Deconnick e Paul Cornell (testi), Carlos Pacheco, Filipe Daniel Moreno De Andrade, Jenny Frison e Elena Casagrande (disegni)
Formato: 80 pagine, colore, spillato, 17x26, 3,50 €
Editore: Panini Comics

Captain America 12: secondo numero per Cap dal rientro dalla Dimensione Z, distorto universo creato da Armin Zola. Per la seconda volta nella sua vita Steve Rogers si ritrova ad essere un "uomo fuori dal tempo" in quanto crede di aver passato più di dieci anni in quell'inferno, ma una volta tornato scopre che era assente da appena una settimana.

Remender tenta di fare quello che molti sceneggiatori prima di lui hanno tentato: far cedere il Capitano. Ci viene presentato un eroe svuotato della voglia di vivere, sull'orlo della disperazione per i pezzi che si è lasciato dietro (Sharon, morta per farlo fuggire, e Ian, il figlio di Zola da lui adottato). Jet Black, la figlia di Zola sembra l’unica a capirlo appieno. Significativo è il dialogo con l’amico di sempre, Falcon, in cui Steve ammette per la prima volta nella sua vita che non ce la fa più (addirittura lo stoico Capitano si lascia sfuggire una lacrima), non si sente a casa e avrebbe voglia di mollare tutto, "lottare per trovare un significato, in un mondo che per lui non ne ha".

Alle matite Carlos Pacheco non fa rimpiangere il buon Romita Jr. Nel contesto della Dimensione Z il tratto dinamico e caotico di Romita era sfruttato al massimo, ma tornati alla realtà, in un contesto che esige contemplazione e calma il tratto marcato dello spagnolo è decisamente più adatto. Favolosa è la tavola che ritrae Falcon e Cap volteggiare tra i palazzi durante il dialogo.

Non ci può essere riposo per la Sentinella della Libertà, in Nrosvekistan, staterello dell’Europa dell’est, Frank Simpson, alias NUKE (soggetto di un esperimento fallito per la creazione di un nuovo supersoldato, vecchio nemico di Devil), sta sparando su una folla di civili inermi mentre inneggia all'America, controllato da una figura nell’ombra. La Guerra dei Supersoldati è alle porte.

Ci saluta invece Carol Danvers: con il n.17 chiude sua testata Captain Marvel, che, dopo le battaglie di "Infinity", torna sulla Terra con un problema che la affligge da tempo, la lesione celebrale che le sta, pezzo dopo pezzo, cancellando la memoria. Kelly Sue DeConnick, coadiuvata ai disegni da Filipe Andrade, chiude questa storia anticipando l’arrivo di un’altra supereroina: la nuova Ms. Marvel!

In chiusura d’albo abbiamo una storia autoconclusiva di Spitfire, la leggendaria velocista inglese della Seconda Guerra Mondiale, vecchia compagna d’armi di Cap e gli Invasori, ringiovanita dal sangue di vampiro. L’eroina tenta di rimanere fedele ai suoi ideali, e alla sua patria combattendo la sua stessa natura vampirica; ad aiutarla ci sarà il cacciatore di vampiri del mondo Marvel: Blade!
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