Recensione: Green Lantern Corps 19

Dopo la battaglia, si guarda al futuro
di Umberto Rossolini

GREEN LANTERN CORPS 19
Autori: Peter J. Tomasi (testi), Patrick Gleason e Prentis Rollins (disegni)
Formato: 32 pagine, colore, spillato, 17x26, 2,99 $
Editore: DC Comics

In questo numero il ritmo a cui gli autori ci avevano abituato sembra decisamente calare; più che lecito, visti i numerosi eventi che si sono susseguiti nel corso del 2007 su queste pagine. Tomasi ci mostra un Guy Gardner più che felice di riavere il proprio partner Kyle Rayner libero dall'influenza di Parallax così come da ION, e di nuovo arruolato all'interno del Corpo delle Lanterne Verdi. L'amicizia che lega i due sembra essere cara all'autore, che in poche pagine ci fa vedere una loro breve chiacchierata.

Ma Guy e Kyle non sono i soli a godersi la meritata vacanza. Kilowog fa ritorno sul pianeta Mogo per rimanere da solo con il ricordo della propria famiglia, mentre tutto ritorna alla normalità per altre due Lanterne: Soranik Natu, che ritorna al proprio lavoro di medico, e Iolande, ancora costretta a seguire le orme del padre come principessa di Betrassus, quando il suo cuore la spingerebbe piuttosto a vestire nuovamente i panni e il simbolo dei GL Corps. Fra chi è felice per essere ancora in vita e chi invece piange i caduti in battaglia si giunge alle pagine finali, dove un'oscura figura fa la sua comparsa: Mongul, il quale si appropria con la forza di un anello giallo.

Il numero porta anche la firma di Gleason alle matite, ma il suo tratto non è convincente come al solito, non tanto per le espressioni dei volti, sempre efficaci, quanto per alcune tavole con personaggi realizzati in modo troppo stilizzato. Si poteva fare molto meglio.
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